Ferrere, Ferieras, Ferijros, Ferìeros è scritto e pronunciato in tanti modi. Un minuscolo villaggio in alta valle Stura. Si sale fino a Bersezio sulla strada Statale 21 verso il Colle della Maddalena, si imbocca il ponte a sinistra, poi ancora pochi chilometri su una sottile striscia d’asfalto che si esaurisce tra le case.
Da lì in poi il moto è ritmato dai passi, il tempo non è più scandito dall’orologio.
Queste pagine si propongono di raccogliere immagini e pensieri su Ferriere (lo scriverò così) come in una collezione di appunti non troppo ordinata né sistematica.
Dallo studio di Franco Rovere pubblicato nel libro intitolato appunto “Ferijros” sono tratti alcuni di questi contenuti. Quelle pagine sono la sintesi ordinata e commentata di innumerevoli note raccolte a casa di Angelo “Angelìn” Giavelli, l’ultimo abitante di Ferriere. Mentre cenava e poi si riposava accettò per tante sere di raccontare a volte anche spontaneamente – di “fare il compito” come si diceva scherzando aprendo il blocco degli appunti – la cultura di un tempo che è ormai diventato storia.
Luglio 2021 Mario Bertranda suona la campana della Bassa del Colombart: a chi ama lo spirito di queste montagne e a chi legge queste righe l’augurio che quei rintocchi si possano sentire anche da molto lontano.